Le mie parole sono come le stelle
e non tramontano. Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore
della terra? Noi non siamo proprietari della freschezza dell'acqua o del
suo scintillo: come potete comprarli da noi? Ogni parte di questa terra
è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia
sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante
è sacro nella memoria e nell'esperienza del mio popolo. La linfa
che circola negli alberi porta le memorie dell'uomo rosso. Noi siamo parte
della terra ed essa è parte di noi.
I fiori profumati sono nostri fratelli.
Il cervo, il cavallo e l'aquila sono nostri fratelli. Le creste rocciose,
le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l'uomo, tutti appartengono
alla stessa famiglia. L'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei
fiumi non è soltanto acqua, ma è il sangue dei nostri antenati.
Il mormorio dell'acqua è la voce di mio padre.
Noi sappiamo che l'uomo bianco non
capisce i nostri pensieri. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello,
il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come
fossero pecore o perline colorate. Il suo appetito divorerà la terra
e lascerà dietro solo un deserto. Ma non c'è alcun posto
quieto nella città dell'uomo bianco. Alcun posto in cui sentire
lo stormire di foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti.
Il rumore della città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi.
E che cosa è mai lì la vita, se un uomo non può ascoltare
i discorsi delle rane attorno a uno stagno di notte? L'aria è preziosa
per l'uomo rosso perché tutte le cose partecipano dello stesso respiro.
Il vento, che ha dato ai nostri padri il primo respiro, riceve anche il
loro ultimo respiro. E il vento deve dare anche ai nostri figli lo spirito
della vita.
Ho visto migliaia di bisonti che
marcivano sulla prateria, lasciati lì dall'uomo bianco che gli aveva
sparato dal treno. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo
di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che
noi uccidiamo solo per sopravvivere.
Che cosa è l'uomo senza
gli animali? Se non ce ne fossero più, gli indiani morirebbero di
solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali, presto capita
all'uomo.
Tutte le cose sono collegate. Dite
ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo.
La terra ha bevuto il sangue dei nostri padri, custodisce il sale delle
loro lacrime, il grasso e la cenere dei fuochi da campo, il sudore del
piacere e della paura. Insegnate ai vostri figli che la terra è
nostra madre. Che qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli
della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.
Questo noi sappiamo: la terra non
appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra.
Non è stato l'uomo a tessere
la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli
faccia alla tela, lo fa a se stesso.
Non c'è morte, ma solo un
mutamento dell'esistenza. Perché dunque dovrei piangere la scomparsa
del mio popolo? Le tribù sono fatte di uomini, niente di più.
Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare.
Noi sappiamo una cosa che l'uomo
bianco forse un giorno scoprirà: il nostro Dio è lo stesso
Dio. Egli è il Dio dell'uomo e la sua compassione è uguale
per l'uomo rosso come per l'uomo bianco. Questa terra è preziosa
anche per lui. E far male alla terra è disprezzare il suo creatore.
Anche gli uomini bianchi passeranno, forse prima di altre tribù.
Continuate a contaminare il vostro letto e una notte soffocherete nei vostri
stessi rifiuti.
Quando l'ultimo uomo rosso sarà
scomparso dalla terra e il suo ricordo sarà l'ombra di una nuvola
che si muove sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno
ancora gli spiriti del mio popolo. Poiché essi amano questa terra
come il neonato ama il battito del cuore di sua madre.
Noi sappiamo una cosa: che il nostro
Dio è lo stesso Dio.
Questa terra è preziosa
per lui.
Capriolo Zoppo (capo Sealth)
Aggiornato il 8/3/2003